La tecnica Ecocolordoppler, come qualsiasi tipo di ecografia, si basa sull’uso degli ultrasuoni, generati da una apposita sonda chiamata trasduttore. Questa sonda viene posizionata direttamente sull’area corporea da esaminare, proiettando fasci di ultrasuoni.
Chiamati così perché non udibili dall’orecchio umano, sono onde meccaniche elastiche longitudinali e si propagano tra i vari materiali in modo differente a seconda del substrato che incontrano.
Per effetto dell’interazione con la materia l’onda e le sue proprietà cambiano nel tempo. Ed è proprio dall’interpretazione di questi mutamenti che si ottengono le informazioni utili all’indagine diagnostica.
In particolare nella valutazione ecografica dei flussi ematici si sfrutta il così detto effetto Doppler, fenomeno fisico per cui la frequenza dell’onda che incontra i corpi in movimento (gli eritrociti del sangue), subisce una variazione proporzionale alla velocità dei corpi stessi. L’onda quindi modificata (onda riflessa), viene captata dalla sonda ecografica.
A questo punto l’apparecchio mette a confronto la frequenza dell’onda pre-interazione con quella riflessa o post-interazione e ne misura la differenza; da questa misurazione è possibile risalire alla velocità del sangue ed alla direzione del flusso ematico.
Il termine Color (Ecocolor Doppler) si riferisce al fatto che la direzione del flusso viene visualizzato nell’immagine ecografica attraverso dei colori. Per convenzione, i flussi in avvicinamento hanno colore rosso e quelli in allontanamento hanno colore blu.